Crowdfunding, quando il web trasforma i progetti in realtà
Crowdfunding, quando il web trasforma i progetti in realtà

Il crowdfunding, soprattutto negli ultimi anni, si è dimostrato essere un’opportunità per tantissime idee che magari non prendevano forma per la mancata copertura finanziaria. A tal proposito, le varie piattaforme per permettere il finanziamento dal basso, sono state uno strumento utilissimo.

Cos’è il crowdfunding?

Partiamo dalla traduzione letterale della parola crowdfunding: crowd sta per folla e funding per finanziamento, in italiano potrebbe essere tradotto con l’espressione finanziamento collettivo. Il crowdfunding è un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni, spesso questi finanziamenti vengono raccolto online.

Origine del termine crowdfunding

Il termine crowdfunding trova la sua origine nel termine inglese crowdsourcing o sviluppo collettivo di un prodotto. Il finanziamento collettivo si può riferire a iniziative di qualsiasi genere, dall’aiuto in occasione di tragedie umanitarie al sostegno all’arte e ai beni culturali, al giornalismo partecipativo, fino all’imprenditoria innovativa e alla ricerca scientifica. Il finanziamento collettivo è spesso utilizzato per promuovere l’innovazione e il cambiamento sociale, abbattendo le barriere tradizionali dell’investimento finanziario.

Origine storica del crowdfunding

Molti credono che l’attuale crowdfunding sia una rielaborazione di pratiche storiche che risalgono al Settecento e all’Ottocento. Uno dei pionieri del crowdfunding è stato proprio lo scrittore irlandese Jonathan Swift, che a ridosso dei due secoli sopra citati fu d’ispirazione per gli Irish Loan Fund, che erano degli istituti collettivi di microcredito che cercavano di combattere la povertà del popolo irlandese. Un altro esempio storico di crowdfunding è stata la raccolta fondi organizzata dalla rivista The World, di cui era proprietario Joseph Pulitzer. La raccolta era stata organizzata per finanziare il piedistallo e poi l’installazione della Statua della Libertà.

Diversi tipologie di crowdfunding

  1. Reward Crowdfunding: questo è il tipo di finanziamento collettivo più diffuso per il numero di piattaforme che se ne occupa e prevede per l’investitore una ricompensa commisurata con il contributo. Di solito le piattaforme tendono a dare due o più scelte di contributo ordinate per entità e con ognuna associata la sua ricompensa;
  2. Donation Crowdfunding: questo modello di crowdfunding prevede una situazione in cui i sostenitori del progetto contribuiscono al medesimo finanziandolo senza aspettarsi un beneficio tangibile dalla donazione. Quello che li spinge a contribuire alla donazione è la dedizione alla causa e all’emotività che la campagna è riuscita a suscitare. Per questo motivo, il modello donation-based è particolarmente adatto alle organizzazioni senza scopo di lucro o con quelle impegnate nel sociale;
  3. Civic Crowdfunding: Il finanziamento collettivo civico è uno dei tipi di raccolta fondi dal basso che sta riscuotendo maggior successo. Un numero crescente di soggetti istituzionali come comuni, enti provinciali, municipalità lo sta utilizzando per finanziare opere pubbliche e attività di restauro del tessuto urbano. Il finanziamento civico propugna il superamento della separazione concettuale tra le sfere del privato, del pubblico e dell’impresa in vista di un bene e di un benessere comune. Sta nascendo una nuova economia civile 2.0 che riesce a fondere la cultura del web insieme alla finalità civica. La civic economy comprende al suo interno persone, iniziative e comportamenti che fondono modi innovativi di fare della società civile, del mercato e anche dello stato; riesce a generare beni, servizi ed infrastrutture comuni in un modo che né lo Stato né l’economia di mercato da soli sono stati in grado di realizzare.
  4. Equity Crowdfunding: è una modalità di finanziamento che consente a società non quotate di raccogliere risorse finanziarie dal pubblico a fronte di quote azionarie. Viene definita dalla Consob come una situazione dove tramite l’investimento on-line si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società. In questo caso la ricompensa per il finanziamento è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione nell’impresa. La presentazione delle richieste di finanziamento viene effettuata di solito tramite piattaforme web che promuovono le iniziative presso i propri utenti e consentono loro di investire importi anche minimi. Visto che è rivolta ad un pubblico di investitori potenziali e non necessariamente qualificati, l’attività delle piattaforme assume i contorni della sollecitazione del pubblico risparmio e dunque si presta ad essere regolamentata nell’ambito MiFID. In alcuni paesi l’organo di vigilanza finanziaria regolamenta la materia caso per caso, come accade per esempio in Inghilterra. In Italia Consob ha emanato un apposito regolamento nel giugno 2013 che consente a chi ne abbia i requisti e previa autorizzazione dello stesso organo di vigilanza, di gestire piattaforme di Equity Crowdfunding. Queste piattaforme possono pubblicare le offerte di sottoscrizione dell’investimento, a condizione che gli offerenti rientrino in queste categorie che seguono: start-up innovative, PMI innovative, OICR e società che investono prevalentemente in startup o PMI innovative.
  5. Lending Crowdfunding: è un modello di finanziamento collettivo tramite cui persone fisiche e giuridiche possono decidere di prestarsi fondi reciprocamente, a un tasso di interesse più o meno alto, al fine di realizzare un progetto. In questo caso è definito anche “Peer to peer lending” (P2P). Esiste anche una specifica forma di lending crowdfunding, chiamata Invoice trading dove il prestito è garantito da fatture emesse da coloro che richiedono i fondi. Questo settore risulta molto più maturo rispetto a tutti gli altri tipi di crowfunding e in forte crescita.

Il crowdfunding adesso

Tra gli innumerevoli progetti che sono diventati realtà, moltissimi sono stati presentati al Consumer Electronics Show di Las Vegas, la più grande fiera mondiale dell’elettronica di consumo. Uno dei casi di maggior successo presentati, è stato quello di 3Doodler, un dispositivo che permette di sciogliere e di tirar fuori con forza un filo di plastica che potrà essere usato per disegnare oggetti tridimensionali a mano libera. Per produrre 3Doodler si necessitava di un finanziamento di 30 mila dollari, ne sono arrivati circa 1,4 milioni.

Guardando all’Italia, ci sono due casi degni di nota. Un riguarda il restauro dell’abitazione romana di San Francesco nel rione Ripa a Roma, dove i francescani (su Kickstarter) chiesero 125 mila dollari e ne raccolsero 130 mila, mentre un altro che ha fatto molto parlare è quello del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia che rischiava di essere seriamente compromesso, anche se in questo caso l’intervento degli sponsor (oltre a quello degli innumerevoli sostenitori) è stato decisivo.

Tutto questo per dire quanto il fenomeno del finanziamento dal basso sia particolarmente vario e consistente, tanto che la Commissione Europea ha deciso di definire delle regole condivise su questo fenomeno, crando l’European Crowdfunding Stakeholders (ECSF); speriamo tuttavia che la politica non metta troppo i bastoni tra le ruote con una burocrazia logorante.