La cessione del quinto rappresenta un finanziamento a breve/medio termine che viene erogato da istituti di credito come banche o finanziarie. Questa tipologia di prestito personale al consumo si basa sul rimborso attraverso la decurtazione mensile di una quota pari a un quinto dello stipendio o della pensione del richiedente, fino all’estinzione del debito.
Tuttavia, se il consumatore estingue o rinnova la cessione prima della scadenza, può avere diritto ad un rimborso. Ma come funziona e a quanto ammonta il rimborso della cessione del quinto?
Cessione del quinto: cos’è?
La cessione del quinto è una forma di prestito personale al consumo, il cui rimborso avviene tramite la decurtazione mensile di un importo corrispondente a un quinto della pensione o dello stipendio del richiedente. In pratica, una parte del salario o della pensione viene "ceduta" direttamente al finanziatore fino alla completa estinzione del debito, includendo il capitale, gli interessi e i costi accessori.
Questo tipo di finanziamento offre maggiore sicurezza sia per il richiedente, sia per l'istituto di credito, poiché il rimborso avviene in modo automatico e costante tramite la trattenuta sulla busta paga o sulla pensione.
Cosa accade se il consumatore rinnova o estingue la cessione prima della scadenza
Se il consumatore decide di estinguere o rinnovare anticipatamente la cessione del quinto, dunque prima della scadenza prevista nel contratto, la normativa di riferimento è quella del Testo Unico Bancario-TUB, all'art. 125 sexies. L’articolo stabilisce che il consumatore ha sempre la possibilità di rimborsare anticipatamente, in tutto o in parte, l'importo che deve al finanziatore. In questo caso, ha diritto ad ottenere una riduzione del costo totale del credito equivalente all'importo dei costi e degli interessi dovuti per la vita residua del contratto.
Ciò significa che il consumatore può pagare il debito in anticipo rispetto alle scadenze mensili inizialmente stabilite nel contratto e godere di una riduzione del “costo del credito” proporzionale alla durata residua del contratto. In questi casi si parla appunto di rimborso della cessione del quinto.
Quando il consumatore effettua l’estinzione anticipata o rinnova la cessione, i costi che devono essere ridotti sono quelli legati alla durata del contratto. Questo comprende sia i costi up-front, che sono sostenuti dal consumatore nella fase antecedente la stipulazione del contratto, durante le trattative e la definizione di un accordo con l’istituto di credito, sia i costi recurring, che dipendono dalla vita effettiva del contratto.
Fino al 2019, solo parte dei costi recurring era ritenuta rimborsabile, in proporzione alla durata residua del contratto. È stata la sentenza Lexitor dell'11 settembre 2019, emanata dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, a riconoscere per la prima volta il diritto del consumatore a una riduzione di tutti i costi connessi al finanziamento in caso di rimborso anticipato, inclusi quelli non prettamente legati alla durata del contratto.
Tale sentenza riveste dunque un ruolo fondamentale nel contesto della cessione del quinto, poiché permette ai consumatori di ottenere la restituzione di eventuali costi illegittimamente trattenuti dall’istituto di credito al momento dell'estinzione del contratto di cessione o in caso di rinnovo anticipato.
Questa tutela si applica non solo ai contratti estinti recentemente, ma anche a quelli che risalgono nel tempo, purché non oltre il decennio.
Hai diritto al rimborso della cessione del quinto? Affidati a RimborsiAmo
Quando un contratto di cessione del quinto viene estinto, rinegoziato o rinnovato prima della sua scadenza, può accadere che i finanziatori commettano alcuni errori nei conteggi, risultando in un rimborso della cessione del quinto inferiore rispetto a quanto spetterebbe realmente ai consumatori.
Ciò significa che i clienti ricevono solo una parte minima di ciò che avrebbero dovuto ottenere, ovvero il rimborso sugli interessi che non sono ancora stati maturati, che raramente comprende la totalità degli elementi inizialmente previsti nel contratto.
Non solo: la maggior parte dei contratti risulta essere irregolare, con discrepanze e inesattezze che potrebbero danneggiare i consumatori.
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